BALBUZIE: 10 REGOLE DA SEGUIRE.

IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA BALBUZIE: GUIDA PER I GENITORI CON FIGLI CHE BALBETTANO.

RIEDUCAZIONE BALBUZIE PER ADULTI E BAMBINI

del Dott. Emanuel Scifo

 

“La balbuzie inizia sempre nelle orecchie della madre” afferma Johnson (1998).

Pertanto la prima cosa che conviene fare è non entrare in ansia per il proprio figlio/a, soprattutto quando ancora non ha sviluppato consapevolezza nei confronti della difficoltà di linguaggio che presenta.

Se in vostro figlio la balbuzie compare nei primi anni (2-3-4 anni), è probabile che sia solo una fase transitoria, fisiologica nello sviluppo del linguaggio. In questa condizione il bimbo non ha consapevolezza della difficoltà linguistica, pertanto non sperimenta alcun tipo di ansia o preoccupazione verso quest’ultima.

Dunque  è comprensibile preoccuparsi, ma farlo in maniera eccessiva porterà vostro figlio ad avvertire tale stato d’animo e ad assorbirlo, iniziando quindi a sospettare che “c’è qualcosa che non va” con il proprio modo di esprimersi.

Queste fasi transitorie possono mediamente durare circa 6-8 mesi, dopodiché la balbuzie scompare per lasciare spazio alla normale fluenza.

Se passa più tempo, allora vorrà dire che la balbuzie si è instaurata.

Se vostro figlio ogni tanto balbetta potete attivare questi piccoli accorgimenti per cercare di produrre degli effettivi miglioramenti nella fluenza del bambino, senza che quest’ultimo si accorga di tali atteggiamenti:

1)   Parlare lentamente: il modo più indicato per abituare il bambino a parlare più lentamente e con i suoi tempi, senza dirglielo apertamente, è dare l’esempio, parlando direttamente voi più lentamente;

2)    Fare pause: quando il bambino vi pone una domanda fate delle pause lievemente più lunghe del solito, sia prima di dare la risposta, sia tra una frase e l’altra, in maniera da non far diventare il dialogo troppo “pressante”;

3)    Non riempire il bambino di domande dirette evitando di incalzarlo eccessivamente;

4)   Stimolare il bambino a parlare più forte (dicendo ad esempio di non aver sentito);

5)     Mantenere il contatto visivo, soprattutto quando avviene un blocco, altrimenti si rischia di non farlo sentire a suo agio;

6)     Evitare consigli su come non balbettare: frasi come “parla bene”, “parla più lentamente”, “respira”, “rilassati” rischiano solo di fare innervosire vostro figlio o di indurre, nel bambino non consapevole, la coscienza della presenza di qualcosa che non va;

7)   Non interrompere il bambino quando parla: aiuta a fargli capire che ha tutto il tempo a disposizione per esprimersi;

8)   Non tappare i buchi: parlare quando il bambino si è bloccato lo farà solo stressare e lo metterà in condizione di cercare di finire la frase più in fretta possibile;

9)   Cercate di avere un momento privilegiato almeno una volta al giorno da dedicare alla conversazione con vostro figlio, in un ambiente privo di radio o televisione, lasciando che sia il bambino a condurre la conversazione e applicando tutti gli accorgimenti fin qui esposti;

10)  Effettuate una valutazione precoce con un esperto. Per qualsiasi tipo di difficoltà (non solo per la Balbuzie ma anche per i Disturbi dell’Apprendimento, Ansia, ecc.) è necessaria una valutazione precoce, che possa chiarire meglio la situazione spiegandovi la tipologia di balbuzie presente e il piano di trattamento più efficace.

Tali strategie tornano utili sia nei casi in cui il soggetto è già consapevole che in quelli in cui tale presa di coscienza non è presente.

Qualora ce ne fosse un reale bisogno è consigliabile un intervento altrettanto precoce di una figura professionale esperta e competente.

Il lavoro diretto sul bambino di rieducazione  per la balbuzie con un esperto si può iniziare a partire dai 6-7 anni, ma la valutazione si può eseguire dai primi 3 anni.

Il Dott. Scifo utilizza l’approccio psico-fonologico integrato, che viene riadattato in base all’età del soggetto (sia esso adulto o bambino), favorendo la risoluzione del problema sia dal punto di vista fonologico (tramite numerose specifiche tecniche di fluenza), sia psicologico intervenendo sulle costruzioni mentali disfunzionali, relative ad esempio all’ansia anticipatoria (ovvero lo stato di agitazione che un soggetto con balbuzie avverte prima di esprimersi verbalmente e che lo condiziona inesorabilmente portandolo a volte a decidere di non parlare o a usare molti sinonimi per sostituire parole percepite come più complicate da dire).

In conclusione si può affermare che non esiste un momento ben preciso in cui iniziare un percorso di rieducazione balbuzie perché prima si inizia e prima si riesce a ottenere un risultato positivo. Quindi il momento giusto è adesso, senza scuse né rinvii.

“Ad oggi ho avuto e attualmente ho presso il mio studio persone comprese tra i 6 e i 65 anni, che indipendentemente dall’età anno voluto affrontare questo blocco linguistico, con tenacia, forza di volontà, grinta e coraggio!!!”

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